Vogliamo estendere la rete di protezione sociale e dei servizi a tutte le persone, senza distinzione di reddito, perché questo è il tratto distintivo dell’Emilia-Romagna. A tutti chiediamo in cambio il rispetto delle regole, perché una comunità è davvero tale se tutti godono degli stessi diritti e adempiono ai medesimi doveri. Le regole sono le fondamenta della democrazia e una società dei diritti e dei doveri è una società giusta ma esigente. E noi vogliamo che l’Emilia-Romagna continui a crescere nella giustizia sociale, nella sicurezza e nella legalità.
In un’economia avanzata come la nostra, accanto alla manifattura, i servizi rivestiranno un ruolo crescente e saranno una componente sempre più cruciale del Pil. Il Welfare assumerà un peso economico e occupazionale sempre più rilevante. Al tempo stesso, come già in passato, i servizi sociali saranno la precondizione per la sostenibilità sociale. La nuova composizione della famiglia, con nuclei sempre più ridotti, l’invecchiamento della popolazione, il calo della natalità, l’aumento delle povertà e la gestione dei flussi migratori sono le principali sfide con cui anche l’Emilia-Romagna deve fare i conti. Dobbiamo dunque compiere una scelta chiara di impianto su cui investire risorse, energie e progettualità diffuse.
La centralità del pubblico è il secondo tratto distintivo dei servizi dell’Emilia-Romagna: non in contrapposizione al privato, ma nel ruolo imprescindibile di regolatore e di garanzia nell’accesso; nondimeno, nella gestione del cuore dei servizi stessi. È a partire da questo impianto che possiamo generare innovazione sociale, promuovere nuova occupazione e sviluppare sinergie proficue col terzo settore e con le imprese sociali, valorizzandone progettualità e capacità di iniziativa.
In una società che cambia si aprono conflitti crescenti nell’accesso ai servizi, segnatamente alla base della piramide sociale. Che si parli di lavoro o di casa, di sanità o assistenza, il primo antidoto è contrastare la povertà e sostenere i ceti medi. Il secondo è rafforzare l’impianto universalistico dei servizi stessi, garantendoli ovunque, nelle aree interne, nelle zone rurali, in montagna, e ampliando la possibilità di accesso per non contrapporre ultimi e penultimi. Peraltro, le nuove tecnologie digitali consentiranno di sviluppare nuovi modelli di intervento nel campo del welfare, riducendo le disparità e consentendo di personalizzare gli interventi e le azioni.
Massimo impegno sarà dedicato a salvaguardare produzione e posti di lavoro delle aziende in crisi, supportarne la reindustrializzazione e, sostenere percorsi personalizzati di ricollocazione dei lavoratori.
Il nostro obiettivo è riconoscere la diversità, l’irriducibilità e la molteplicità delle differenze, contrastare ogni forma di discriminazione, garantire pinea cittadinanza a tutte le persone a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, promuovere pari opportunità per tutte e tutti, fornendo servizi e risposte che rimuovano gli ostacoli alla piena partecipazione al lavoro e alla vita sociale della comunità, come prescrive l’art. 3 della Costituzione. C’è chi vorrebbe dividere le persone, noi vogliamo ridurre le disuguaglianze per costruire una comunità.